Il TSH (definito anche ormone tireostimolante, ormone tireotropo o tireotropina) è un ormone prodotto dall’ipofisi, una ghiandola posta all’interno del cranio.

Il TSH stimola la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei, prevalentemente tiroxina (T4) ma anche piccole quantità di triiodiotironina (T3).

Gli ormoni tiroidei, a loro volta, sono in grado di regolare la produzione di TSH da parte dell’ipofisi. Infatti, in condizioni normali, se la concentrazione di ormoni tiroidei nel sangue tende a ridursi, l’ipofisi aumenta la produzione di TSH. La tiroide risponde all’aumento del TSH nel sangue producendo più ormoni tiroidei per ristabilire l’equilibrio. Quando i livelli di ormoni tiroidei nel sangue diventano normali, l’ipofisi riduce la produzione di TSH.

Il ciclo si ripete continuamente con l’obiettivo di mantenere nel sangue livelli costanti di ormoni tiroidei (Video).

In condizioni di malfunzionamento della tiroide, questo equilibrio si rompe. Infatti se i livelli di ormoni tiroidei sono troppi alti (ipertiroidismo) l’ipofisi non produce TSH e i livelli dell’ormone TSH nel sangue diventano così bassi da non essere misurabili.

Diversamente, se la tiroide non funziona a sufficienza i livelli di ormoni tiroidei diventano troppo bassi (ipotiroidismo) e l’ipofisi aumenta la produzione di TSH nel tentativo di stimolare la tiroide a produrre più ormoni.

Il test del TSH consiste nella misurazione della quantità di TSH nel sangue ed è utilizzato per:

effettuare controlli alla nascita (screening neonatale) per accertare prima possibile l’eventuale presenza di ipotiroidismo congenito
scoprire malattie della tiroide e seguire nel tempo (monitorare) l’efficacia delle cure nelle persone con ipotiroidismo o ipertiroidismo
approfondire problemi di sterilità nella donna
valutare la funzione dell’ipofisi

Il test del TSH si esegue con un semplice prelievo di sangue da una vena del braccio. Non è necessario essere a digiuno, ma se si sta assumendo l’ormone sostitutivo (levotiroxina) il prelievo va eseguito prima di assumerlo.

Il test del TSH si esegue anche come esame di controllo per verificare la presenza di ipotiroidismo congenito in tutti i neonati (legge 104 del 5/2/1992 e DPCM del 9/7/1999). In questo caso, il sangue è prelevato dal tallone: ne bastano poche gocce da porre su uno speciale cartoncino.

I risultati del test del TSH vanno confrontati con i valori di riferimento forniti dal laboratorio di analisi, tenendo presente che tali valori possono variare anche in base all’età.

In linea di massima, si può dire che un valore elevato di TSH è spesso collegato ad una ghiandola tiroidea poco attiva, vale a dire che produce una quantità insufficiente di ormoni tiroidei (ipotiroidismo); oppure in persone in trattamento per l’ipotiroidismo è indice di un’assunzione insufficiente di ormone sostitutivo.

Molto raramente un valore alto di TSH può indicare un problema a livello dell’ipofisi che determini la perdita di controllo dei sistemi di produzione e regolazione dell’ormone, ad esempio, un tumore.

Al contrario, un valore basso di TSH può indicare una tiroide iperattiva (ipertiroidismo). Tuttavia, un livello basso di TSH si può osservare anche in persone ipotiroidee che assumono un quantitativo eccessivo di ormone sostitutivo.

Raramente, un valore basso di TSH può essere il segnale di danni alla ghiandola ipofisaria che impediscono la produzione dell’ormone.

È importante sottolineare che un valore alterato di TSH indica un eccesso o un difetto di ormoni tiroidei nel sangue, ma non ne evidenzia la causa. Per questo motivo, un test del TSH con un risultato alterato è solitamente seguito dall’esecuzione di ulteriori test necessari per capire le cause che hanno determinato questo risultato.

È bene ricordare che qualsiasi sia il risultato del test, questo deve sempre essere visionato ed interpretato dal proprio medico.