Il rene è un organo silenzioso, ma fondamentale per la salute di tutto il nostro organismo. Per questo motivo in presenza di anomalie urinarie, come sangue (ematuria) o proteine (proteinuria) nelle urine, è sempre bene approfondire.

Bisogna preoccuparsi di sangue e/o proteine nelle urine?
«In genere se una persona nota alterazioni a livello urinario, in particolare la presenza visibile di sangue (macroematuria), si spaventa e va dal medico. Diversamente tracce di sangue (microematuria) o di proteine nelle urine (proteinuria), intercettate solo grazie all’esame delle urine, tendono ad essere trascurate, mentre sarebbe comunque opportuno allertare il proprio curante» — premette Giuseppe Castellano, direttore dell’Unità di nefrologia, dialisi e trapianti di rene dell’Irccs Fondazione Policlinico di Milano e professore associato all’Università degli Studi di Milano —. Sebbene l’ematuria e la proteinuria isolate, cioè quando non sono presenti altri elementi patologici, non siano necessariamente preoccupanti, è sempre bene approfondire perché a volte sono spia di patologie importanti da trattare subito».

Quali sono le cause più comuni di anomalie urinarie?
«In alcuni casi la presenza di sangue o proteine nelle urine è assolutamente benigna. Per esempio, il sangue nelle urine può essere spia di un’infezione delle vie urinarie, come la cistite, mentre la proteinuria può essere rilevata nel corso di una classica sindrome influenzale oppure in seguito a un’intensa attività sportiva. Quando però queste anomalie sono persistenti bisogna indagare più a fondo sotto la guida di un nefrologo. All’origine ci possono essere malattie del rene, come le glomerulonefriti, oppure neoplasie dell’apparato urinario o altre patologie sistemiche. Ad ogni modo consigliamo sempre un approccio di diagnostica specialistica che permetta di discriminare tra situazioni benigne transitorie e condizioni più complesse. Si tratta comunque di problematiche diffuse, basti pensare che la malattia renale cronica interessa il 10-12% della popolazione. Un occhio di riguardo è necessario in alcune categorie a rischio, in particolare negli ipertesi, nei diabetici, nelle persone sopra i 50 anni e in chi ha una familiarità per le malattie renali».

Quali esami sono indicati?
Per comprendere l’origine del sangue e/o delle proteine nelle urine serve in primo luogo escludere fenomeni transitori, ripetendo l’esame delle urine, a cui è comunque utile associare alcuni test di laboratorio per valutare la salute renale, ma non solo. «Lo specialista può migliorare la diagnosi con un’altra semplice analisi, che però non tutti fanno, ovvero il sedimento urinario» riferisce Castellano. «Questo esame consiste nell’osservare al microscopio un campione di urine per identificare e quantificare componenti come cellule (globuli rossi, globuli bianchi, cellule epiteliali), cristalli, aggregati proteici e microrganismi. Il sedimento urinario fornisce informazioni preziose sulla salute dei reni e delle vie urinarie, aiutando nella diagnosi di condizioni come infezioni, calcoli renali o altre malattie renali. A seconda di quanto viene rilevato, il paziente può poi essere indirizzato ad altri accertamenti, dall’ecografia alla biopsia renale».