5.363 bambini sani hanno partecipato in 4 Regioni allo screening gratuito per individuare il rischio di sviluppare la celiachia e diabete di tipo 1 o entrambe le malattie, nell’ambito del progetto pilota D1CeScreen – coordinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità. Ebbene, in base ai risultati, presentati il 30 giugno presso la sede dell’Istituto, lo 0,97 per cento è risultato positivo al test di screening del diabete 1 (DT1) e il 2,8 per cento al test di screening della celiachia per la ricerca degli anticorpi antitransglutaminasi IgA. I bambini positivi sono stati presi in carico e, grazie a questo semplice test, potranno evitare le conseguenze anche gravi di queste due malattie. Lo screening, quindi, «funziona e riesce a intercettare precocemente i possibili casi».

Il progetto pilota

Il progetto pilota, propedeutico al programma di screening nazionale, è stato avviato l’anno scorso in Italia per la prima volta al mondo, grazie a una Legge dello Stato ( n.130/2023).
L’iniziativa ha coinvolto 5.363 bambini sani di 2,6, 10 anni, «arruolati» su base volontaria da429 pediatri di libera scelta in quattro Regioni pilota (Campania, Lombardia, Marche, e Sardegna), che hanno effettuato il test, ovvvero un semplice prelievo capillare di una goccia di sangue mediante lancetta pungidito, raccolta in una micro-provetta e poi analizzata dal laboratorio per le analisi per verificare la presenza di autoanticorpi specifici per il diabete di tipo 1 (DT1) e la malattia celiaca (MC), che compaiono prima che la malattia si manifesti.

Casi «intercettati»

Come evidenziano i risultati del progetto piloata, lo screeening permette di individuare i primi segnali di due malattie croniche tra le più diffuse in età pediatrica, così da avviare trattamenti precoci – nel caso della celiachia una dieta senza glutine – ed evitare complicanze anche gravi.
Hanno spiegato Marco Silano e Umberto Agrimi dell’Istituto Superiore di Sanità, responsabili del progetto rispettivamente per la parte sul DT1 e quella sulla MC: «Questi dati suggeriscono una prevalenza degli autoanticorpi contro il DT1 paragonabile a quella di altri Stati europei; per quanto riguarda la MC, invece, è possibile che ci sia un aumento rispetto alle stime fatte finora, che però potrà essere quantificato solo con un campione più ampio e dopo la verifica diagnostica. Lo studio preliminare ha analizzato i principali fattori per l’implementazione dello screening a livello nazionale, evidenziando l’elevata disponibilità sia dei pediatri di famiglia sia dei laboratori analitici a partecipare al progetto. Inoltre, ha mostrato l’efficacia dello screening nei soggetti asintomatici, favorendo l’attivazione di programmi di follow-up e interventi terapeutici tempestivi, con l’obiettivo di prevenire o ridurre significativamente le complicanze sia a breve che a lungo termine».

Evitare il rischio di chetoacidosi 

Il diabete di tipo 1, detto anche giovanile perché di solito fa il suo esordio prima dei trent’anni, spesso durante l’infanzia, è oggi la malattia cronica più diffusa in età infantile e adolescenziale.
Ogni anno colpisce oltre 12 bambini su 100 mila. Spesso la diagnosi arriva in ritardo e si stima che in circa il 25-40 per cento dei casi la malattia esordisca con la chetoacidosi diabeticasquilibrio metabolico grave (dovuto all’assenza di insulina, l’ormone necessario per il metabolismo del glucosio, ndr), che richiede il rapido ricovero del paziente in Pronto Soccorso e che può lasciare danni permanenti o anche mettere in pericolo la vita stessa del bambino.

Celiachia, molti ancora senza diagnosi

Secondo l’ultima Relazione annuale del ministero della Salute al Parlamento sulla celiachia (2025, dati riferiti al 2023), in Italia sono 265.102 le per­sone celiache; tra loro, il 2% (5.814) ha un’età compresa tra 6 mesi e 5 anni, il 4% (11.663) rientra nella fascia 6-9 anni, il 6% (16.620) ha tra i 10 e i 13 anni, l’8% (20.552) tra i 14 e i 17 anni, il 67% (168.776) ha tra i 18 e i 59 anni e il restante 13% (29.853) ha più di 60 anni.
Nel 2023 si è registrato un aumento delle nuove diagnosi, con 13.163 nuovi casi, rispetto ai 10.210 del 2022.
La malattia, però, è ancora sotto-diagnosticata, poiché si stima che in Italia dovrebbero essere circa 600mila le persone celiache; quindi, coloro che hanno la celiachia ma non lo sanno sono esposti inconsapevolmente al rischio di complicanze anche molto gravi. Per questo, lo screening pediatrico, che consente di individuare tempestivamente la patologia, è un’importante forma di prevenzione dato che consente di fare la diagnosi precoce di celiachia e cominciare subito una dieta senza glutine.

Entro inizi 2026 al via in tutta Italia lo screening nazionale

Il progetto pilota, come ha spiegato il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, promotore della legge 130/2023 che ha istituito lo screening nazionale, è stato «un lavoro che ha unito la comunità scientifica, i pazienti, l’amministrazione. Si chiude ufficialmente una tappa fondamentale, cioè capire cosa mettere nella “cassetta degli attrezzi” dello screening. Di pari passo si è lavorato a costruire lo screening nazionale che partirà a fine 2025 o a inizio 2026. Possiamo dare il calcio d’inizio attraverso un decreto attuativo che ha garantito la dotazione finanziaria, ora all’esame della Conferenza Stato-Regioni. A settembre tutti i treni saranno in fila pronti per avviare lo screening nazionale» preannuncia l’onorevole Mulè.

Fonte: Corriere Salute