L’Helicobacter pylori è un batterio che vive nella mucosa dello stomaco, un ambiente che di norma non favorisce la sopravvivenza dei microrganismi. E se in molti casi il batterio rimane silente senza causare danni, in altri può diventare aggressivo.

Perché può essere pericolosa l’infezione da Helicobacter pylori?
«Molte persone convivono con l’infezione senza accorgersene e senza ricadute sullo stomaco. Tuttavia talvolta questo batterio può provocare un’infiammazione della mucosa gastrica, cioè la gastrite — premette il professor Alessandro Repici, responsabile di Unità Operativa di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’Istituto Humanitas —. In questi casi, l’infiammazione può evolvere in ulcera (gastrica e soprattutto duodenale) o, nel lungo periodo, favorire lo sviluppo del cancro gastrico, soprattutto nei familiari di primo grado di pazienti che hanno avuto questo tumore. Anche un raro tipo di linfoma gastrico (MALT) è legato alla presenza dell’Helicobacter. Per questo motivo riconoscere l’infezione e curarla è di fondamentale importanza».

Come si riconosce quest’infezione?
«Non esiste un segnale spia inequivocabile, tuttavia spesso l’infiammazione innescata dal batterio causa disturbi gastrici, come dolore o bruciore allo stomaco, nausea, senso di gonfiore o di pienezza precoce dopo i pasti. Questi sintomi possono avere molte cause diverse, motivo per cui per diagnosticare l’infezione bisogna ricorrere a test specifici quali l’urea breath test (test del respiro), che misura la presenza del batterio grazie a un campione di aria espirata, o l’analisi delle feci. In alcuni casi, soprattutto se ci sono sintomi più importanti o fattori di rischio, il medico può consigliare la gastroscopia con biopsia».

Come si cura?
«Si usano terapie di combinazione con due o tre antibiotici associati a un farmaco che riduce l’acidità dello stomaco. Ridurre l’acidità rende l’ambiente meno favorevole al batterio e aumenta l’efficacia degli antibiotici. La terapia deve essere seguita con precisione, pena una riduzione delle possibilità di successo e un aumento del rischio che il batterio diventi resistente».

Quali sono gli altri «colpevoli» della gastrite cronica?
Sebbene l’infezione da Helicobacter pylori sia la causa più comune di gastrite cronica, questa infiammazione della mucosa gastrica può avere anche altri «colpevoli». «Negli ultimi anni è stato evidenziato un aumento delle gastriti da farmaci che rappresentano circa un terzo di tutti i casi. Questa forma di gastrite è legata a un eccessivo ricorso a farmaci antinfiammatori non steroidei sia a scopo antidolorifico sia nella prevenzione cardiovascolare (aspirina a basse dosi assunto come antiaggregante piastrinico) — segnala Repici —. Anche lo stile di vita e l’alimentazione rendono conto di un discreto numero di casi di gastrite. Gli eccessi alimentari, i pasti ricchi di grassi animali e le “abbuffate” di alcolici che sempre più giovani si fanno nel fine settimana sono tutti fattori che possono infiammare la mucosa dello stomaco. Se poi si aggiungono stress e fumo il rischio aumenta ancora di più».

Fonte: Corriere Salute